Ultimamente si sta parlando molto degli effetti del cambiamento climatico sui ghiacciai alpini. L’attenzione è posta principalmente sugli aspetti ambientali, giustamente, ma le estati siccitose degli ultimi anni si ripercuotono anche sull’attività alpinistica.
La riduzione delle nevicate e le altre temperature hanno ridotto la superficie dei ghiacciai ad enormi distese di ghiaccio vivo, il cui attraversamento richiede competenza tecnica ed esperienza, per chi vi si avventura nella stagione autunnale.
L’incidente occorso a Francesco serve a ricordarci tutto questo, e purtroppo non è stato l’unico di questo autunno, con quella dinamica e in quella zona.
Le Scuole Centrali di Alpinismo e Scialpinismo del Club Alpino Italiano hanno pubblicato due brevi guide su come effettuare efficacemente due tipi di progressione in conserva. Nel caso dell’incidente occorso a Francesco (ed al suo compagno, indirettamente), la conserva corta avrebbe potuto aiutare, ma si tratta di una tecnica che richiede attenzione e precisione nell’essere eseguita, e va appressa su terreni inizialmente più semplici.
Dato lo stato del ghiacciaio al momento dell’incidente, la conserva per la progressione in ghiacciaio non sarebbe stata in alcuno modo utile, visto che è pensata per proteggersi in caso di caduta improvvisa in un crepaccio a causa del cedimento del ponte di neve che li ricopre, nel periodo invernale e primaverile.
Le viti da ghiaccio sono dei dispositivi attraverso i quali è possibile ancorare se stessi o la corda di cordata, ad una superficie ghiacciata.
Sono fatte più o meno così:

Sono di lunghezze diverse per potersi adattare a diversi spessori del ghiaccio.
Per infiggerle nel ghiaccio c’è una particolare tecnica, riassunta in questo schema:

Tra o vari usi previsti c’è anche quello di realizzare la cosiddetta “sosta”, ovvero un punto di assicurazione particolare dotato di una caratteristica peculiare: i punti di assicurazione sono due, ad ulteriore garanzia di sicurezza.
Se Francesco fosse sceso per il pendio utilizzando la corda vincolata ad una sosta in modo corretto, la sua scivolata si sarebbe arrestata immediatamente e senza gravi conseguenze.

Le viti da ghiaccio più lunghe (circa 20cm) hanno anche un altro possibile utilizzo: realizzare una Abalakov. Ma qui stiamo andando decisamente oltre, vediamo comunque in questo video di cosa si tratta:


