
Trascrizione dell'episodio
00:00 – Fabio (Host)
Benvenuti a questo nuovo episodio e benvenuto soprattutto all’ospite di questo episodio che è Luca, che ringrazio davvero tanto per avermi contattato e avermi così brevemente anticipato un po’ l’argomento di questo episodio che insieme abbiamo pensato potrebbe probabilmente interessare anche altre persone, nell’incidente o nel quasi incidente. Insomma, siamo un po’ a cavallo tra l’incidente e nel quasi incidente. Insomma, siamo un po’ a cavallo tra l’incidente e il quasi incidente. Comunque ci racconterai tu Luca. Intanto grazie davvero di aver dato la disponibilità.
00:31 – Luca (Host)
Grazie a te, veramente, anzi, fabio, di questa disponibilità, di questo bel podcast, che trovo veramente arricchente per quanto riguarda l’esperienza in montagna.
00:55
Va bene, grazie dei complimenti. Come sempre, lascio prima di tutto la parola a te per raccontarci un po’ di te, chi sei genitori mi hanno sempre portato a fare escursioni in montagna, che dopo ho continuato tonalmente con amici in compagnia. Per dopo, più avanti, purtroppo in età adulta, ho scoperto quello che è la scalata, l’alpighismo. Quindi ho iniziato con la falesia, come tutti, per dopo, ovviamente, un’esperienza subito vicino a casa, per dopo ampliarmi in dolomiti o altri luoghi a fare quindi alpinismo in montagna, per dopo arrivare, anche tramite con la conoscenza di un corso cai, scoprire anche quello che è l’alpinismo invernale e le caccate di ghiaccio, che devo ammettere che, soprattutto negli ultimi anni, è una cosa che mi sta appassionando veramente, veramente tanto. riesco anche a frequentare questo ambiente in prossimale, non nel weekend, e quindi ancora riuscire forse a viverlo non sovraffollato come sta capitando purtroppo in questo periodo, perché veramente c’è stato un boom proprio sul cascatismo sì, certo, infatti questo è sicuramente un aspetto che negli ultimi anni sta prendendo molto il sovravento e soprattutto sta causando probabilmente anche delle.
02:26 – Fabio (Host)
Ha delle implicazioni anche dal punto di vista della sicurezza, perché inevitabilmente tanta gente sulla stessa cascata sappiamo che, insomma, non è il massimo dal punto di vista della sicurezza. Quindi, chi ha la fortuna, come te, di riuscire a trovare dei periodi sicuramente meno affollati, ne trae il massimo del beneficio. Sicuramente meno affollati ne trae il massimo del beneficio sicuramente. Quindi mi pare di capire che in questo episodio parleremo di un incidente in cascata.
02:52 – Luca (Host)
Esattamente esattamente. È un incidente che è occorso lo scorso 15 gennaio, quindi nel 2024, in cui ero andato con una mia amica in Vallorz, che è una traversa della Val di Rabbi, a ripetere la cascata madre. Adesso ti racconto tutto quanto, anche quei preamboli. In realtà ero andato per la prima volta in Vallorz con un amico a fine 2023, il 19 dicembre. A me devo ammettere che piace anche esplorare posti nuovi, non affidarmi solo a quello che dicono i social, perché ovviamente tanta gente si bada veramente solo sui social, perché c’è sempre la caccia, le condizioni al trovare sempre il posto già conosciuto per poter fare la prestazione. A me piace anche ogni tanto andare a scoprire posti nuovi, andare a vedere. Non ero mai stato in Vallorz. Il 19 dicembre ho deciso con questo mio amico di andare ad esplorare questa valle. In realtà, purtroppo l’anno scorso noi ben sappiamo, è stato un anno dalle temperature veramente veramente calde.
03:58
Quando siamo arrivati il 19 dicembre abbiamo trovato le cascate assolutamente trovate, non in condizioni e quindi niente. Eravamo rimasti forse a fare dei monotiri alla base di alcune cascate, ma non avevamo trovato condizioni. Quindi vi ero ripromesso che sarei ritornato a inizio gennaio. In realtà c’era stato un bel abbassamento termico. Avevo controllato la stessa settimana prima i bolletti di meteo e aveva fatto, devo dire, abbastanza freddo per tutta la settimana. Quindi, non sapendo le condizioni, perché non avevo trovato nulla, decido con questa mia amica di andare a fare un altro giro a vedere.
04:39
anche dal punto di vista nivologico non c’era rischio valanghe, in quanto c’era un rischio, mi sembra, a 2, ad alta quota, ma sotto il limitare del bosco il rischio era 1, in più, precipitazioni nevose a inizio dell’anno scorso mi sembra che sono state scarsissime. In realtà arriviamo lì al parcheggio, le temperature erano comunque sotto lo zero, mi sembrava a meno, e c’era veramente una bella giornata, una giornata molto limpida, con un’aria molto fresca. Quindi iniziamo l’avvicinamento di circa un’ora, arriviamo alla base delle cascate e, a differenza di quanto troviamo a dicembre, tutte le cascate erano belle, formate, di un bel ghiaccio azzurro, si vede proprio tutto l’anfiteatro, che era proprio bello formato. E decidiamo in quanto dovevo tirare io tutta la cascata di affrontare la cascata madre, che è una cascata lunga, perché è un cascatore veramente imponente, più di 200 metri di cascata. Però è una cascata comunque su difficoltà, semplice, perché è uno sbaglio, è un terzo più, in modo che anche la mia amica potesse affrontarle in modo confortevole. Niente. Quindi attacchiamo la cascata.
05:52
Nell’attaccare noto che sulla parte sinistra della cascata sottoscorre un po d’acqua, cosa che è abbastanza comune su molte cascate, però non era un flusto imponente o altro. Lo stato di ghiaccio era comunque spesso. Quindi comunque decidiamo di affrontarla perché dico è sulla parte sinistra, poi ci spostiamo sulla parte destra della cascata e quindi usciamo fuori comunque da questo flusso. Quindi ho affrontato il primo tiro, che è abbastanza confezionato ma molto ben proteggibile ghiaccio e plastico quindi salgo il primo tiro, recupero la mia mica in crosta su roccia, poi successivamente il secondo tiro che traversa in alto, verso destra, verso stare su ghiaccio, un po’ nel mezzo della cascata, e qui inizia il terzo tiro, in cui è quello in cui è successo il nostro incidente. Inizio a a salire, arrivo quasi alla fine del tiro e verso la fine del tiro c’è un risalto verticale di circa 5 metri che poi subito si abbatte, come magari è sempre nelle caccate più semplici, per diventare quasi un dontale con una specie di gobba.
06:59
Inizio a salire questo tratto verticale, arrivo veramente a mezzo metro dalla fine di questo tratto verticale per fortuna che era mezzo metro dalla fine di questo tratto verticale e da sopra di me sento veramente un vuoto fortissimo, un vuoto veramente forte, e mi vedo passare sopra la testa dei blocchi di ghiaccio che sono stati fuori grandi forse quanto me, stati fuori grandi forse quanto me che appunto, col fatto che colpiscono la parte orizzontale sopra di me e mi schivano per poco meno di un metro, mi passano letteralmente sopra la testa. Se fossi stato mezzo metro sopra mi avrebbero preso in pieno. Il problema è che questi blocchi, cadendo, colpiscono in pieno la mia amica. Io mi sono visto questi blocchi, appunto, passare sopra. Giro la testa e vedo la mia amica che viene investita da questa scarica veramente imponente, e lì mi si è gelato il cuore, veramente.
07:53
La chiamo ad alta voce e mi dice che sta bene e per fortuna è stata colpita di striscio, nel mentre che la sto chiamando una cascata d’acqua, che quindi dal guasto, dalla rottura che questi blocchi impattando sul ghiaccio hanno creato, avevano liberato una cascata d’acqua che ha iniziato ad investirmi. Quindi disarrampico perché, volendo, non potevo fare altro. Ero sotto un flusso d’acqua e mi sposto lateralmente a questo flusso d’acqua. Io per fortuna ero illeso, sono un po’ bagnato, ma il bus ha tenuto bene e quindi mi riaccerto delle condizioni della mia amica che per fortuna era stata colpita di striscio da un pezzo di ghiaccio solo su una spalla. Mi dice che sta bene e se la sente di proseguire, allora decido, in quel momento, di raggiungere la sosta da un altro lato, che la sosta, per fortuna, era su rocce, dietro dei massi, quindi protetti dalla cascata, e inizio a pensare a cosa dover fare.
08:54
Innanzitutto decido di recuperare la mia amica che se la sente di proteguire, e la recupero e ci mettiamo in sicurezza dietro a questa nicchia su roccia. E dopo una volta che siamo lì, mettiamo in sicurezza dietro a questa nicchia su roccia E dopo una volta che siamo lì, capiamo in due cosa fare. Allora le alternative erano o calarsi però calandosi bisognava calarsi, appunto, più ghiaccio. Il ghiaccio mi era appena crollato al posto e io assolutamente non me la sentivo di calarmi il ghiaccio o salire un tiro subiettivo che si spostava tanto a destra e andava a sostare sulla parete di roccia, però era assolutamente fuori da qualsiasi linea di crollo perché sopra non c’era niente. Quindi, spostandomi a destra, il crollo era stato più a sinistra. Decido di iniziare a salire. Salgo questo tiro su ghiaccio. Ammetto che l’ho cominciato molto spaventato, ho fatto una fatica enorme a salirlo e nel mentre che salgo, capisco veramente cosa è successo.
09:51
Prostanza, il sole aveva scaldato i pendini e i voli sull’umitale. Comunque, neve non ce n’era pochissima, ma comunque un po’ di neve c’era. Scaldandosi i pendini sull’umiti, avevamo iniziato a mollare l’acqua che aveva gonfiato quel rigagnolo d’acqua che era invece diventato un flusso d’acqua molto importante. E questo flusso d’acqua importante aveva creato un vistacco di circa 5 metri di altetta, 4-5 metri di altetta tra 2 di larghezza, sopra le nostre teste, che tutto un tratto avevo acceduto. E quindi questa è stata un po’ l’interpretazione che ho dato, a vedere il plusso d’acqua che c’era. Non ho trovato altre interpretazioni. Ecco, quindi comunque riesco senza problemi ad arrivare a qualche sottosura o c’era più, però la mia mica e lì veramente ci rendiamo conto del flusso d’acqua importante, perché eravamo un po’ a fianco al distacco, e ci rendiamo conto, appunto, del flusso d’acqua importante che stava uscendo da quel punto Appunto siamo su questa sosta del quarto tiro e anche lì resta da decidere cosa fare, perché ci si profilano, appunto, anche lì, tre opzioni, perché a tutto punto della cascata dovevamo uscire, non ci potevamo più stare sopra.
11:05
Le opzioni lì erano tre O fare il punto ultimo tiro della cascata e uscire dalla cascata ma bisognava ributtarsi a sinistra e passare molto vicino di nuovo all’area di crollo, e l’avevamo escluso O ricallarsi sulla parte destra della cascata. però ritornò il problema delle calate su ghiaccio.
11:24
adesso forse col seno di poi sarebbe stato anche sensato, comunque le temperature all’interno della valle restavano basse, fare delle calate su Abalakov, sul ghiaccio comunque nella parte destra che era a un po’ il punto del plusso d’acqua era un bel ghiaccio. Restava comunque una cosa che poteva essere sensata, o la cosa che abbiamo scelto noi, che non forse, francamente, può essere la più giusta è stato di prendersi il rischio e calarsi in obliquo, passando appunto sotto l’area di crollo che c’era stata per raggiungere la parte opposta della cascata, la parte sinistra, da cui c’è una linea di alberi da cui poter effettuare, appunto delle calate esterne del tutto alla cascata, per poter calarsi completamente al di fuori della cascata. Abbiamo preso questa scelta, ho fatto io, ovviamente, la calata in obbligo, traversando anche sotto l’area di crollo che per fortuna non ha più mollato. Ho tenuto le corde per la mia amica che velocemente si è calata, anche lei e da lì altre due calate, che hanno riusciti a uscire dalla cascata.
12:28
Diciamo che questo è stato un po’ l’evento, l’incidente, che è il racconto, ma sarebbe bello anche riuscire a capire assieme, ricostruire se magari le scelte state buone, se poteva fare qualcosa di meglio, di diverso.
12:42 – Fabio (Host)
Allora la dovuta premessa è che si sono fatto cascate nel passato, ma non mi sento assolutamente autorizzato a darti la mia opinione, anche perché sono convinto che poi davvero conti molto la sensazione sul posto, quindi la percezione del ghiaccio, delle condizioni del ghiaccio, che potevi averla solo tu, quindi, vista da fuori.
13:01
Adesso è passato un anno ed è veramente difficile dare un’opinione. Diciamo che quando mi avevi raccontato un po’ la cosa, all’inizio avevo un dubbio che riguardava il discorso appunto di non calarsi sul ghiaccio, e me l’hai in parte spiegato tu, cioè a quel punto ti eri un po’, non dico terrorizzato, ma insomma spaventato dalla qualità del ghiaccio. Però c’è anche da dire che se hai valutato comunque di continuare a scalare, immagino che forse effettivamente lo hai già accennato tu la qualità del ghiaccio fosse comunque sufficiente per fare una balacca, magari con le dovute precauzioni, una protezione aggiuntiva per il primo che si calava, o farne due paradossalmente non si fa mai, però in quel caso là magari poteva essere chiaro lasci giù un sacco di materiale. Però, vista la situazione, può essere una cosa a considerare meglio il materiale che meglio è fargli un materiale che altro costano meno i cordini di altro.
13:56
Quindi, davvero non so darti un’opinione da qui adesso. Non saprei, anche perché, ripeto, non è decisamente il mio campo. Lasciamo la cosa aperta magari ai commenti che ci sono adesso su Spotify. Se qualcuno che ascolta ha particolare esperienza e vuole dirci la sua opinione, poi magari la condividiamo e ne riparliamo anche insieme. Io di mio, ti ripeto, non me la sento. Mi fa solo piacere che tu abbia raccontato questo episodio perché conferma un po’ ancora di più quella che è la mia teoria, la mia idea rispetto al cascatismo di adesso, che comunque comporta un’accettazione del rischio, una gestione del rischio che ha un livello tale che magari non è ancora compreso forse da tutti. Mi spiego meglio questo che tu hai accennato come causa è sicuramente l’inalzamento delle temperature e la percolazione dell’acqua sopra. Effettivamente però, mentre eri lì sotto, nemmeno tu te ne sei reso conto che stava accadendo questa cosa. Quindi, a sottolineare il fatto che, appunto, questo tipo di problematiche legate alle cascate magari non sono così intuitive, così ovvie, soprattutto per chi magari non le frequenta con una certa costanza, volevo chiederti una cosa l’orario in particolare ti ricordi?
15:14 – Luca (Host)
L’orario sarà stato circa le 11 che è successo il crollo.
15:18 – Fabio (Host)
Ok, quindi si sopra, aveva già preso il dovuto livello di sole, probabilmente.
15:25 – Luca (Host)
No, allora sì, perché appunto la giornata era un po’ soleggiata e molto limpida. Quindi, sopra effettivamente si vedeva che nei pendii alti il sole batteva, per quanto noi comunque fossimo incassati a nord e all’interno della valle le temperature rimanessero comunque basse.
15:40 – Fabio (Host)
Però il sole in alto ha fatto il suo lavoro, diciamo sì, infatti volevo chiederti una cosa riguardo alla tua compagna, che hai citato nel racconto.
15:50 – Luca (Host)
Posso chiederti velocemente la sua esperienza in cascate, per capire che, avendo fatto tu da primo, forse sì, allora in realtà abbiamo iniziato a fare cascate, bene o male, assieme, perché caravamo assieme da su rocce. Già da tempo ci conosciamo, già prima. Poi abbiamo fatto appunto anche assieme il corso di alpinismo invernale e da lì entrambi abbiamo preso la passione appunto anche per il cascatismo e l’alpinismo invernale, solo che, sì, per quanto riguarda la stessa esperienza, tiravo io. Ecco, per quanto avessimo più o meno la stessa esperienza, tiravo io.
16:45 – Fabio (Host)
Ok, era per poi introdurre un altro argomento, che era le scelte fatte. Cioè, vi siete tirati fuori dalla situazione di pericolo di crisi imminente e poi avete dovuto decidere cosa fare.
16:59 – Luca (Host)
Volevo chiederti se ti ricordi un po’ più o meno come avete condiviso questa scelta, se c’è stato accordo o se pensi di aver in qualche modo fatto valere un po’ di più la tua esperienza sì, di sicuro mi sono fatto valere più io, perché la mia amica era, si era ben ripresa. Però anche lei ha avuto un attimo di credito cosa facciamo? come ce l’ho avuto anch’io, perché ti trovi in questa situazione in cui dici e adesso cosa faccio? in realtà ci siamo messi assieme, ne abbiamo discutito e alla fine un po’ preso il sopravvento, io soprattutto per fare questa calata, attraversando di nuovo l’area di crollo, perché non dava sicurezza a me e sicuro, dopo che è stata colpita aveva molta meno sicurezza anche a lei. Però l’alternativa era farsi venire a prendere, che era un’alternativa che non avevo assolutamente preso in considerazione, visto che eravamo praticamente illesi e anche le altre, le altre opzioni non erano state assolutamente avvallate.
18:00
Quindi la calata su ghiaccio e salire ancora la cascata. E quindi ho detto tentiamo, oramai, come ci sono già state le valanghe che hanno già scaricato, oramai qua scaricato, proviamo a passare il più velocemente possibile. Comunque l’area di crollo in quel momento era alta, sì, ma ma era ristretta. Ho detto tentiamo. Ho preso io il sopravvento in quel momento. Lì effettivamente c’è andata bene, ecco perché non ci sono fatti altri distacchi o altro. Ha tenuto e quindi siamo riusciti a uscire senza problemi della cascata.
18:41 – Fabio (Host)
Sì, ok, era un po’ una considerazione così che volevo cercare di tirar fuori, diciamo, dal racconto. Per il resto non lo so, ti vengono in mente altre cose che avreste qualche segnale d’allarme secondo te, che nella giornata, all’inizio della giornata avreste potuto cogliere per immaginare perché qui, di fatto, appunto, mi pare capire che il flusso d’acqua ha in qualche modo o gonfiato e spinto o indebolito ulteriormente la struttura della cascata e questa si è staccata. Quindi effettivamente era sì un evento probabilmente singolo, però poteva anche dare ancora altri esiti successivi. Quindi non è detto proprio, magari che il distacco potesse proprio essere come, mentre hai fatto esempio della valanga. Lì effettivamente è già più più ragionele, nel senso che nel momento in cui la massa nevosa è scivolata e non ce ne sono altre, però lì invece forse qualche considerazione di quel tipo.
19:27
Ripeto, non voglio dare giudizi, mi fa un po’ impressione, è una scelta che non so se avrei fatto. Però ripeto, non è così facile dare un giudizio. Seduti sulla sedia dopo un anno col seno di poi.
19:39 – Luca (Host)
Devo dire, non so se la chelta che ripeterei, forse mi farei venire a prendere dopo un crollo, così però, nel senso, in quel momento mi è sembrata la scelta più logica e forse, per quanto con una determinata accettazione del rischio, è la scelta più veloce per uscire dalla cascata, perché non ne vedevo altre attuabili in quel momento, gli unici segnali che effettivamente la mia amica, nel salire la cascata, avendo questo flusso iniziale, per quanto non fosse abbondante, ha avuto subito qualche perplessità. Mi fa ma sei sicuro, andiamo. Beh, è solo qui il flutto. Dopo ci spostiamo verso la destra e andiamo sereni. In realtà siamo andati sereni finché, appunto, non si è fatto il crollo. Quindi anche la mia amica ha avuto subito delle perplessità dopo, forse appunto, che saranno quelle trappole uristiche anche di cui si parlava, che magari consideravano come quello più esperto o altro, mi ha seguito comunque.
20:45 – Fabio (Host)
Ecco questo mi sembra abbastanza interessante. Effettivamente, come siamo un po’ nel solito, giriamo sempre un po’ intorno ai soliti argomenti, anche a questo di ripeterci, però credo che sia interessante ritirarlo fuori, appunto l’idea dell’aurea dell’esperto, quindi quello che magari ne fate un po di più, che si sente più sicuro, fa in qualche modo emergere la sua volontà e sopraffare la sua volontà, senza usare termine troppo, troppo critico. Diciamo però comunque ci sta, può capitare. Insomma, quindi magari quello che si pensa sia meno esperto magari coglie dei segnali questo vale nelle valanghe, ma anche sicuramente sul ghiaccio coglie dei segnali. E questo vale nelle valanghe, ma anche sicuramente su ghiaccio coglie dei segnali che magari quello più motivato, quello più convinto, quello più tranquillo dal punto di vista del gesto atletico non valuta nello stesso modo. Questo magari è sempre un po’ da ricordarlo.
21:32 – Luca (Host)
Assolutamente. Dopo, una cosa che mi ha veramente insegnato tanto da questo incidente è che bisogna veramente valutare l’evoluzione, anche possibile, di quella che è durante la giornata della cascata, che veramente a volte sembra che arriviamo, ci sono delle condizioni stupende o altro, ma com’è la cascata?
21:55
nel senso, proviamo a dare un occhio a com’è e come potranno evolvere, sulla base della conformazione delle cascate, queste condizioni e devo ammettere che mi ha insegnato tanto e tuttora appunto, prima di fare cascatismo, quell’occhio in più alle volte aiuta anche a dire ok, rinuncio e scelgo un altro luogo. Ecco, luogo.
22:18 – Fabio (Host)
Ecco, sicuramente è un po’ quello che abbiamo detto all’inizio l’idea di avere un’esperienza che ci consenta di valutare un po’ tutti gli aspetti legati all’ambiente dove ci muoviamo, non solo quello fisico legato al grado del tiro più difficile della cascata, ma tutto l’ambiente che ci circonda. Questo sicuramente è la cosa probabilmente più interessante di questo episodio, di questo racconto, per condividere nei confronti, come dicevo prima, di chi magari si sta avvicinando a questa attività, che rimane sicuramente molto affascinante, però è indubbiamente più complessa, forse, di quanto qualcuno la stia vendendo.
22:54
Vediamola così ultimamente assolutamente c’è qualcos’altro che ti viene in mente che possiamo condividere?
23:02 – Luca (Host)
ti vedo scartabellare sugli appunti no, beh, stavo un po’ riguardando, ma mi sembra che più o meno questo è il racconto dell’episodio. Alla fine la causa, l’unica causa, è stata quella. Per fortuna, alla fine la mia amica non si è spaventata nel tornare a fare cascata di ghiaccio. Dopo questo episodio, quindi, anche la settimana dopo siamo andati a scalare ancora. Quindi dai, per fortuna è stato un episodio di sicuro spaventoso, ma che non ha che ha di sicuro più insegnato più che frenato.
23:31 – Fabio (Host)
Ecco quindi, dai è andata è stato un episodio, diciamo, formativo sì, anche per le scelte che avete dovuto fare, le decisioni che avete dovuto prendere sono sicuramente, come diciamo sempre, l’esperienza viene degli errori, dei propri errori. Purtroppo, nell’attività di montagna i propri errori a volte non lasciano tanti margini per migliorarsi, perché possono avere degli effetti purtroppo devastanti. Quindi, in questo caso invece, per quello che all’inizio ho parlato, una sorta di a cavallo tra un near miss e un incidente, perché è vero che la tua amica è stata fisicamente colpita dal distacco di ghiaccio, però è anche vero che tutto sommato insi di farsi venire a prendere, di farsi venire a aiutare da qualcuno. E’ un argomento un po’ delicato, vediamo se riesco a formularlo al volo come vorrei, senza dire cose che poi mi pinto magari. Allora c’è sicuramente una spinta perché la gente che si muove in montagna sia quanto più possibile autonoma, ovviamente quindi, come avete fatto giustamente voi, essere in grado anche di venire fuori da soli da situazioni critiche, e questo in assoluto possiamo anche essere d’accordo e condividerlo. Però dall’altra parte c’è anche un aspetto da considerare che a volte forse è più utile chiamare aiuto prima di essere in una situazione veramente critica, che poi complica ovviamente le attività di soccorso da parte di chi deve venirci ad aiutare.
25:02
Cioè, in questo caso è andata bene. Se durante il traverso non fosse andata bene, probabilmente i soccorsi sarebbero dovuti intervenire per recuperare una persona appesa a delle corde in doppia, con delle ferite, magari dovute a una cascata, mentre se voi aspettavate lì in sosta, magari questi venivano su dal sentiero, vi calavano giù delle corde. Dico a caso, non sono un soccorritore, quindi non so cosa avrebbero usato. Però sapendovi appesi in sosta, tranquilli, vestiti bene e tutto, dicevano ok, vi veniamo a recuperare da sopra, da un albero, sopra, dobbiamo cercare di essere autonomi.
25:42
Dall’altra dobbiamo anche cercare di riconoscere quando è il momento di arrendersi, se vogliamo e chiedere aiuto. Quindi questo anche lo lascio, dimmi cosa ne pensi tu e poi in generale lo lascio lì un po’ come argomento, perché credo che sia comunque, ripeto comunque una visione diversa rispetto a quella che è la visione mainstream sui commenti sui social. Ma lasciateli lì e bla, bla, bla. Quando poi in realtà si parla con i soccorritori, loro per primi dicono no, per l’amor di Dio, piuttosto di farvi ulteriore male, chiamate prima, piuttosto di inventarvi cose strane per cercare di venire fuori dalle rogne e chiamatevi di farvi ancora più male.
26:17 – Luca (Host)
Chiamateci prima e interveniamo noi sì, esatto, ovviamente in quel momento lì forse la scelta migliore sarebbe stata appunto chiamare aiuto, perché io non ci vedo assolutamente nulla di male. Ovvio che non bisogna abusare, ovviamente del ciclone o iniziare. Purtroppo c’è anche tanta gente che magari chiama perché vanno in montagna assolutamente impreparati, senza attrezzatura, si trovano i ciclone che li portano in situazioni di pericolo, appunto perché non sono preparati per una salita. Però purtroppo gli incidenti in montagna comunque succedono e ce ne sono sempre di più purtroppo, e bisogna comunque anche forse riuscire a capire che quando l’uscire da quella situazione di pericolo rischia di lei dare ancora di più la mia integrità. Forse è quello il momento di chiamare il rem in barca, le volte se non si trovano soluzioni.
27:19
Diciamo, avere magari anche la sicurezza al 100% in montagna è impossibile, però con un minimo margine di rischio per uscire da quella situazione forse è meglio chiedere aiuto, appunto anche per chiedere un salvagente. Diciamo così che alla fine è meglio chiedere aiuto e tornare a casa sani e salvi che non magari arrangiarsi e peggiorare. In quel momento ce l’abbiamo sentita di rischiare e per fortuna è andata molto bene, però effettivamente il margine di rischio era molto alto per calarsi in traverso sotto quest’area di crollo. Per calarsi in traverso sotto quest’area di crollo. Forse la cosa migliore, appunto, è quando il margine di rischio è tanto alto, dove ci sono delle situazioni di pericolo, forse è veramente meglio chiamare i soccorsi e chiedere un aiuto concreto a qualcuno che sia formato e preparato per tirare fuori le persone da queste situazioni.
28:17 – Fabio (Host)
Sì, infatti io intendevo, ovviamente sempre con la premessa dovuta, che chiaramente uno deve fare di tutto per prepararsi in maniera adeguata a quello che fa. Poi, come nel vostro caso, a volte un po’ la mancanza di aver individuato forse il pericolo, o semplicemente a volte anche la sfiga, magari, del momento, pone nelle situazioni, appunto come abbiamo detto, di trovarsi nella scelta, di dover fare una scelta tra rischiare ulteriormente e chiamare aiuto. Chiaramente questo, ripeto, esclude gli avvicinamenti alla montagna fatti in maniera totalmente irrazionale e con mancanza di conoscenza. Ecco tutto lì, ok, boh, io direi che abbiamo un po tirato fuori tutto e quindi quello che c’era da dire l’abbiamo condiviso.
29:01 – Luca (Host)
Io ti ringrazio ancora di aver dato la disponibilità e se vuoi aggiungere qualcosa, ti ringrazio veramente anche te per questa opportunità e spero che magari da questo episodio possa venire anche, magari tramite i commenti o altro, anche uno spunto magari di riflessione o anche per imparare cose nuove o per trovare una mia ispirazione per migliorare in questo ambito, sulla sicurezza.
29:27 – Fabio (Host)
Grazie ancora, come dicevo prima, usiamo gli commenti e gli altri canali con i quali mi si può contattare per invitare tutti a condividere la loro opinione, anche se è diversa da quella che abbiamo detto io e te, anzi volentieri, come dici tu, e dopo magari torniamo sopra o troviamo un modo per mettere insieme tutte le idee e vedere se effettivamente possiamo aggiungere qualche informazione tecnica a quello che abbiamo detto. Ok, ti ringrazio e a presto.